LE BACCANTI della Marta Graham dance company hanno i volti e le chiome sporche di sangue, disegnano ruote gigantesche rosse e nere con costumi double face e invadono con una danza dionisiaca il disco di legno inclinato che Rem Koolhaas ha ideato per il Teatro greco di Siracusa. Massimo Popolizio, invece, è un Prometeo incatenato a una gabbia aperta e rotante davanti al coro delle Oceanine, una torre di metallo trascinata a mano per essere sempre visibile, e da ogni parte, dall’ occhio del pubblico, mentre gli Uccelli di Aristofane, riletti da Roberta Torre, si aggirano con parrucche alte, candide come zucchero filato e costumi di tulle tempestati di uova. Ultimi giorni di prove al teatro di Siracusa per il debutto del nuovo ciclo di rappresentazioni classiche organizzate dall’ Istituto nazionale del Dramma antico. E nel frattempo, è pronta al nastro di partenza anche la stagione del Teatro dei due mari, al teatro greco-romano di Tindari, sulla costa nord orientale. Dal 24 maggio al 10 giugno, infatti, il XII ciclo propone due produzioni, tradotte e adattate dal direttore artistico Filippo Amoroso: il Miles gloriosus di Plauto, per la regia di Alvaro Piccardi con Edoardo Siravo e Fabio Cannavacciuolo, e Andromaca la tragedia in cinque atti di Jean Racine del 1667, che ripropone l’ argomento dell’ opera di Euripide. La regia è di Massimiliano Farau, con Manuela Mandracchia nei panni della protagonista. Il maggio del teatro classico comincia venerdì Siracusa, al tramonto, col Prometeo di Eschilo interpretato da Massimo Popolizio e diretto da Claudio Longhi, nella traduzione di Guido Paduano. Con l’ attore, che la prossima stagione potrebbe essere a Palermo con Gabriel Borkmann di Ibsen, ci sono Gaia Aprea nel ruolo di Io, Daniela Giovanetti, la corifea, Mauro Avogadro nel ruolo di Oceano, mentre Massimo Nicolini è Prometeoe Jacopo Ventirieroè Ermes. A seguire, da sabato, ecco Baccanti di Euripide con la regia di Antonio Calenda (traduzione di Antonio Ieranò): qui per il ruolo di Dioniso, Maurizio Donadoni subentra a Giorgio Albertazzi che ha dovuto rinunciare per motivi di salute. Per l’ attore si tratta della quinta stagione a Siracusa. «Ero in panchina – ha scherzato Donadoni durante la presentazione delle tragedie – e mi sono ritrovato al posto di un grandioso titolare. Spero di essere all’ altezza di questo compito che mi riempie di orgoglio». In scena con Donadoni, Daniela Giovanetti è Agave, Massimo Nicolini interpreta Penteo e Daniele Griggio è Cadmo mentre Gaia Aprea è la corifea. Qui sulle musiche di Germano Mazzocchetti, l’ ensemble del Martha Graham dance company farà da doppio coreografico delle Baccanti, intrecciando la recitazione del coro delle allieve dell’ Inda. «Una fisicità particolare – dice Antonio Calenda – e una forza espressiva che restituisce l’ oscurità della potenza dionisiaca». Lunedì tocca a Uccelli, la commedia di Aristofane, che a Siracusa non era mia stata rappresentata. Nel ruolo dei due ateniesi che s’ insediano nel mondo degli uccelli, Evelpide e Pisetero, ci sono rispettivamente Sergio Mancinelli e Mauro Avogadro, mentre Rocco Castrocielo è Upupa, l’ uccello che era stato uomo, Giacinto Palmarini è il poeta e Simonetta Cartia la corifea e il sacerdote. Le musiche originali sono di Enrico Melozzi. La cornice unica dei tre spettacoli, che si alterneranno fino al 30 giugno, è la scena dell’ architetto olandese Rem Koolhaas, conosciuto per le sue sperimentazioni di grande impatto visivo. Per il grande teatro di Siracusa ha creato un impianto astratto che reinterpreta la scena con tre grandi elementi: una macchina centrale con una scalinata che riproduce l’ emiciclo della cavea, e si aprirà in due per l’ ingresso degli attori e per gli effetti scenici. E poi un anello percorribilee una sorta di zattera centrale per l’ orchestra. Siracusa farà la staffetta con Tindari: grande attenzione per la seicentesca “Andromaca”, una scelta inusuale rispetto al teatro classico, nella cui messa in scena il regista Farau ha voluto sottolineare l’ intreccio dell’ aspetto moderno con quello antico nel rapporto tra vittime e carnefici, e vincitori e vinti. Il tema centrale è la difesa della razza incarnata da Andromaca, che si scontra con il bisogno di sottomissione simboleggiato da Pirro.
LAURA NOBILE
Repubblica Palermo, 9 maggio 2012