IL SUONO DEL MIO CORPO
E’ LA MEMORIA DELLA
MIA PRESENZA

IL SUONO DEL MIO
CORPO E’ LA MEMORIA
DELLA MIA PRESENZA

Oggi più che mai, in un momento così delicato e imprevedibile, tendiamo a guardare al passato e a come l’umanità abbia affrontato le catastrofi. Tendiamo a capire come sia possibile sopravvivere, nonostante si affrontino periodi bui; come l’essere umano resista, si adatti e lotti per la propria sopravvivenza. E più si riflette su questo aspetto, più diventa chiaro che il punto di partenza della rinascita da tempi bui e complicati sia proprio l’essere umano, la sua volontà di tornare a fiorire. E questa rinascita, nel corso del tempo, è stata possibile soprattutto grazie all’arte, a musica, il teatro, le arti visive, il cinema, la poesia. Sono convinto che la creatività umana sia il miglior vaccino in questi tempi difficili. Per questa ragione, quando penso a una performance, una delle condizioni indispensabili sono il corpo e la presenza dell’essere umano. E’ così che ho iniziato a riflettere sull’idea di suono e in particolare sulla voce umana; su come questo incredibile dono della natura sia stato sempre presente nel corso della storia: quando si eseguivamo rituali per gli dei, quando esprimevamo gioia per il raccolto e quando piangevamo per i nostri antenati. La voce umana è stata da sempre il primo “strumento”. La mia riflessione mi ha portato a voler associare lo “strumento” della voce a qualcosa che potesse far risuonare questo strumento e le idee attorno ad esso. Ed è per questa ragione che i miei pensieri e le mie riflessioni mi hanno spinto a immaginare una campana, una grande e sovradimensionata campana. Questo oggetto bello, misterioso e al tempo stesso semplice è onnipresente, sin dall’antichità, in tante culture, e assume tanti significati diversi per innumerevoli culture. Riguardo alla performance che metterò in scena al Teatro Greco di Siracusa, una parte importante è la coreografia che vedrà coinvolti gli allievi dell’Accademia d’arte del dramma antico della Fondazione Inda. I loro movimenti non solo apriranno nuovi orizzonti, ma racconteranno, soprattutto, come la memoria diventi concreta solo attraverso l’incontro e la vicinanza tra le persone e in particolare, attraverso movimenti ripetitivi che sono condivisi e modellati proprio dall’incontro. Memoria significa avvicinarsi all’altro, vuol dire sentire la pelle, la voce dell’altro, osservare i suoi occhi, toccare la sua pelle. Dopo essere stato invitato a mettere in scena una performance al Teatro Greco di Siracusa, dalle mie meditazioni e dalle mie riflessioni si è fatta sempre più strada l’idea che la bellezza del corpo umano, della sua voce, e un oggetto come la campana possano fondersi; che l’unione del suono della campana e della voce umana insieme possano produrre un nuovo tipo di musica, mai ascoltata. Una musica che guardi con le orecchie e ascolti con gli occhi.

Mircea Cantor
Parigi, 21 giugno 2020

Note per la
performance
di Mircea Cantor

In questo periodo particolare è una grande sfida ritornare alla vita di prima. Molto è cambiato e ci siamo ritrovate ad affrontare un cambiamento profondo in cui è coinvolto anche il “nostro” Teatro Greco. La collaborazione con Mircea Cantor è nata in clausura, scambiandoci idee, sensazioni, intuizioni ed esperienza, ed è cresciuta piano piano mentre anelavamo alla libertà, al ritorno al nostro lavoro in questo teatro; uno spazio mutato, uno spazio rovesciato che ci invita a sperimentarne l’uso e la bellezza da un altro punto di vista. La performance di Mircea Cantor ci coinvolge a guidare dei nostri allievi dell’Accademia D’Arte del Dramma Antico insieme con Dario La Ferla, col quale il lavoro sul campo è diventato da tempo una bellissima occasione di condivisione, nell’intento di unire i diversi linguaggi teatrali con l’arte concettuale. Quante volte ci soffermiamo ad ascoltare i suoni, le voci, i rumori che ci circondano o le melodie che la natura ci offre? Quante volte solo per il suono del nostro respiro o per il battito del cuore? “The Sound of my Body is the Memory of my Presence” (Il suono del mio corpo è la memoria della mia presenza) vuole essere una testimonianza della necessità e del desiderio di una comunità di celebrare il ritorno alla vita; la creazione su improvvisazione in concomitanza con la danza e l’arte concettuale che dà vita al gesto vocale tra canto, poesia e parola in cui la voce tragica come lamento si trasforma in incanto.

Simonetta Cartia e Elena Polic Greco

Corpi in punto
di fine e in fuoco
d’inizio

Il desiderio dell’altro da sé, degli abbracci, del contatto oltre la virtualità ci ha costretti a risentire risuonare dentro, nella sua fantasizzazione, lo spettatore. A immaginarlo, a desiderarlo nella dialogicità del teatro dal vivo, da vivente a vivente. Questa creazione mi consente di rappresentare coreograficamente questo desiderio attraverso un rituale scenico dei corpi nei contatti mancati, negli anèliti ad abbracci come pulsione corporale, alla separazione disperata della coppia, delle relazioni risucchiate in una condizione di involuzione pseudo fetale e collasso dell’agire reso impossibile da forze – corde – costringenti. Oggi, dopo lo ieri, vivo l’urgenza di risentire lo spazio del teatro come spazio del rito alla presenza di umanità. Il luogo è il teatro ma il teatro non è solo lo spazio che lo contiene. Per Noi è lo spazio psichico e, oggi più di ieri e dopo isolamento e distanza sociale, teatro è dove ci sono contenitore e contenuti di profonda umanità. Il mio creare, così, confluisce nell’arte visionaria e figurativa post moderna, di Mircea Cantor, accogliendo la sfida di corporeizzare un rito contemporaneo nel luogo più antico del sacro rito artistico per eccellenza. Come l’araba fenice, coi meravigliosi giovani dell’Adda e insieme alle splendide poetiche vocali di Elena Polic e Simonetta Cartia, rifioriamo dalle braci del fuoco devastatore attraverso un dono d’arte che ha anche il valore di auspicio di ancor migliore, consapevole, solidale umanità futura.

Dario La Ferla

DATE

AGOSTO
30

Mircea
Cantor

Mircea Cantor, nato nel 1977 in Romania, cerca di rappresentare in gesti semplici l›incertezza e la complessità della vita. Per il suo lavoro, utilizza media diversi come la fotografia, la scultura, il video, il disegno e l’installazione. Nel 2017 ha debuttato con la scenografia per la produzione del Piccolo Principe a cura di Alexandru Dabij al Teatrul de Comedie di Bucarest. Le sue opere figurano nelle principali collezioni internazionali di arte contemporanea, come il Centre Pompidou di Parigi, il Museum of Modern Art di New York, il Museo Nacional Reina Sofìa di Madrid, il Castello di Rivoli a Torino, il Philadelphia Museum of Art, la Foundation Louis Vuitton a Parigi e la Collezione Rennie a Vancouver. Fra le sue recenti mostre personali: Le tue rovine sono la mia bandiera, alla Fondazione Giuliani, Roma 2017; Adjective to your presence, alla Maison Hermès – Le Forum de Tokyo, 2018; Vânătorul de imagini al Musée de la Chasse et de la Nature, Parigi 2019. Vincitore nel 2004 del Prix Ricard S.A., nel 2011 del Prix Marcel Duchamp, nel 2017 dell’Aspen Leadership Prize in Romania, nel 2019 è stato artista ospite all›Opéra National de Paris, in occasione del 350° anniversario della fondazione del teatro. Lo stesso anno, ha ricevuto dal servizio pubblico francese La Poste la committenza per una miniatura destinata a realizzare due francobolli commemorativi del 350° anniversario dell’Opéra di Parigi, editi in 500.000 copie. Mircea Cantor ha ricevuto in Francia l’onorificenza di Ufficiale delle arti e delle lettere, e in Romania il grado di Cavaliere dell’Ordine nazionale al merito.

PER IL TEATRO DI DOMANI

STAGIONE 2021

Lucia
Lavia

Lucia Lavia (Roma, 18 Febbraio 1992), figlia degli attori Gabriele Lavia e Monica Guerritore, decide di seguirne le orme fin da piccola; a tredici anni debutta in teatro al Festival di Anagni e a sedici in tv nella serie televisiva per Rai1 Rossella, diretta da Gianni Lepre. Conseguito il diploma di maturità classica, nel 2010 prende parte alla sua prima tournée con il Malato Immaginario per la regia di Gabriele Lavia, per il quale è stata candidata al Premio “Le maschere del Teatro” nella sezione “Miglior Attore/Attrice Emergente”. Nella stagione 2011/2012, a diciannove anni, veste i panni di Desdemona nell’ Otello di Nanni Garella. Nel 2012 è Ifigenia in Ifigenia In Aulide con la regia di Giampiero Borgia per il Napoli Teatro Festival. Nella stagione 2012/2013 prende parte allo spettacolo Tutto per bene per la regia di Gabriele Lavia. È durante questa tournée che avviene l’incontro con Luca Ronconi che le affiderà il ruolo di Arèusa nel suo spettacolo Celestina, laggiù vicino alle concerie in riva al fiume per la stagione successiva (2014). Ma con Ronconi inizia già a lavorare nell’estate del 2013 per uno Spettacolo/Studio sul testo Cuore Infranto di John Ford al Centro Teatrale di perfezionamento attori Santa Cristina. Nella stagione 2014/2015 è la Figliastra in Sei personaggi in cerca d’autore con la regia di Gabriele Lavia. Nel 2015 è Ifigenia in Ifigenia in Aulide di Euripide con la regia di Federico Tiezzi al Teatro Greco di Siracusa e per la sua interpretazione vince il Premio della Stampa “Siracusa stampa teatro” come miglior attrice. Sempre nel 2015 prende parte allo spettacolo Vita di Galileo con la regia di Gabriele Lavia. Nel 2016 Andrea Baracco le affida il ruolo di Emma Bovary nell’adattamento teatrale a cura Letizia Russo di Madame Bovary di Gustave Flaubert: lo spettacolo debutta al Piccolo Eliseo, dove rimane per diverse settimane riscuotendo un grandissimo successo di pubblico e critica, tanto da essere esaurito per le ultime 10 repliche. Nel 2016 al Festival Shakespeariano di Verona è Giulietta nel Romeo e Giulietta per la regia di Andrea Baracco. Nella stagione 2016/2017 è in tournée sia con Madame Bovary che con Romeo e Giulietta. Nell’estate 2017, dopo otto anni di Teatro Classico Lucia sente il bisogno di una svolta, di affinare “corde attoriali” diverse e mettersi alla prova avvicinandosi al teatro contemporaneo. È in quel momento che avviene un incontro per lei molto importante col regista Gianluca Merolli che le affida il Ruolo di Pam in SAVED di Edward Bond. Nel 2018, sempre affrontando il contemporaneo, prende parte allo spettacolo scritto dalla drammaturga Arianna Mattioli Ti porto con me regia di Lorenzo Lavia per la Rassegna EliseoOFF. Nel 2019 la “Disney Theatrical Production” insieme ai registi Giampiero Solari e Bruno Fornasari la scelgono per interpretare il ruolo di Viola De Lesseps in Shakespeare in Love. Nella stagione 2019/2020 è protagonista con Umberto Orsini nel Costruttore Solness di Henrik Ibsen per la regia di Alessandro Serra. Per la stagione 2020/2021 Lucia sarà protagonista della nuova produzione del Teatro Stabile dell’Umbria. Nuovamente diretta dal regista Andrea Baracco, interpreterà il ruolo di Nataša Rostova nell’adattamento teatrale del celebre romanzo Guerra e Pace di Lev Tolstoj. Nel 2019 Lucia ottiene la prestigiosa “Menzione d’Onore” del Premio Eleonora Duse per il suo percorso artistico e per essersi distinta nel panorama teatrale italiano.

Anna Della
Rosa

Diplomata alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi, si specializza con Luca Ronconi e Massimo Castri. Debutta con Peter Stein nella Pentesilea di Kleist e nella Medea di Euripide al Teatro Greco di Siracusa e al Teatro antico di Epidauro. Diretta da Toni Servillo è protagonista nella Trilogia della villeggiatura di Carlo Goldoni, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano e da Teatri Uniti. Per questa interpretazione, vince il Premio ETI Gli Olimpici del Teatro come migliore attrice emergente, e il Premio Virginia Reiter 2009. Un altro ruolo da protagonista, diretta da Lluís Pasqual, l’ottiene in Blackbird di David Harrower, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano. Per questa interpretazione vince il Premio Marisa Bellisario e il Premio Duse come migliore giovane attrice di teatro. Fra gli altri suoi spettacoli, ricordiamo ruolo di protagonista in Clôture de l’amour e Prova sotto la direzione di Pascal Rambert, pluripremiato drammaturgo e regista francese. Diretta da Marco Bellocchio, interpreta Sonja in Zio Vanja di Anton Cecov. Diretta da Marco Baliani, nel 2017, è Antigone in I sette contro Tebe di Eschilo, in scena al Teatro Greco di Siracusa. Diretta da Martin Kusej, è la protagonista in Disgraced, di Ayad Akhtar, prodotto dal Teatro Nazionale di Torino. E interpreta il ruolo di Celimene nel Misantropo di Molière, per la regia di Valter Malosti, prodotto dal Teatro Piemonte Europa di Torino. Nelle stagioni 2018-2019-2020 è in scena con due monologhi: L’Angelo di Kobane, di Henry Naylor, produzione Teatro Nazionale di Genova, per la regia di Simone Toni; Accabadora, dal romanzo di Michela Murgia, drammaturgia di Carlotta Corradi, regia di Veronica Cruciani, produzione Compagnia Veronica Cruciani. È la Ragazza Esangue nel film diretto da Paolo Sorrentino, La grande bellezza, Premio Oscar 2014 per il miglior film straniero.

Galatea
Ranzi

Attrice di teatro, ricopre da anni ruoli di protagonista, diretta da grandi registi (fra gli altri Luca Ronconi, Massimo Castri, Cesare Lievi, Theodoros Terzopoulos, Irene Papas ). Parallelamente al teatro, è spesso presente in film di grandi autori come I fratelli Taviani, Paolo Virzì, Giuseppe Piccioni, Cristina Comencini e Paolo Sorrentino nella pellicola La grande bellezza fra gli altri. Ha preso parte anche a diverse produzioni televisive- ultimamente le tre stagioni per Netfix della serie Baby. Ama spaziare tra i generi e spesso fa incursioni nella sperimentazione. Al Teatro Greco di Siracusa è stata più volte fra i protagonisti delle rappresentazioni classiche, l’ultima volta, nel 2016, quando ha interpretato Alcesti, nel testo di Euripide, per la regia di Cesare Lievi. Nella scorsa stagione, ha lavorato in diverse produzioni, accanto ad Andrea Giordana in Le ultime lune con la regia di Daniele Salvo e diretta da Ferdinando Ceriani nello spettacolo Lezione da Sarah, grande omaggio a Sarah Bernhardt. Attualmente sta lavorando con Gianluca Barbadori alla messa in scena di In nome della madre lo spettacolo tratto dal testo di Erri de Luca.