Una chiacchierata con Lydia Alfonsi
Io sono dalla parte di Euripide
Una chiacchierata con Lydia Alfonsi
“Io sono dalla parte di Euripide”. È iniziata con queste parole la chiacchierata con Lydia Alfonsi, attrice straordinaria e di grande espressività, che nel 1978, a Siracusa, interpretò magistralmente Elena nell’omonima tragedia di Euripide diretta da Roberto Guicciardini. Novant’anni compiuti ad aprile, la Alfonsi è tornata a vivere a Parma, la sua città natale, dopo aver calcato i più importanti palcoscenici d’Italia, d’Europa e del Medio Oriente e dopo un periodo trascorso a Siracusa.
Quarantuno anni dopo l’ultima rappresentazione del 1978, l’Elena di Euripide tornerà in scena per la Cinquantacinquesima edizione del Festival del teatro greco di Siracusa. Abbiamo voluto omaggiare Lydia Alfonsi raccogliendo i ricordi di quella sua esperienza.
“L’Elena di Euripide è un testo che adoro – ci racconta al telefono – un testo fantastico, molto moderno, rivoluzionario perché in un certo senso va contro le regole di Eschilo e Sofocle e ci propone una lettura differente della storia e del personaggio di Elena che si scopre, non andrà mai a Troia”.
Nella tragedia di Euripide il personaggio di Elena si distacca dall’immagine canonica, non è più la causa della guerra di Troia, anzi, non vi ha mai messo piede. Euripide affianca a Paride un fantasma con le sembianze di Elena, mentre la vera Elena in carne ed ossa si nasconde in Egitto.
A differenza della sua fama di adultera, l’Elena di Euripide è una donna fedele, infelice per la lontananza del marito e che pur essendo corteggiata dal re Teoclimeno, non gli si concederà.
“Per me Elena è come la figlia che non ho mai avuto, per interpretarla ho dovuto studiare il personaggio ed entrare nella sua anima profonda”.
I ricordi di Lydia Alfonsi virano su Roberto Guicciardini e sull’importanza di essere diretti da un buon regista. “Di lui – ci racconta – ho un ricordo stupendo. Era un gran signore, un grande professionista, una persona che non comandava ma che ci faceva capire, con naturalezza, cosa voleva in scena”.
Le chiediamo un consiglio per i giovani dell’Accademia Giusto Monaco e per tutti quei ragazzi che hanno deciso di intraprendere la carriera di attore. “Il sacrificio – risponde senza esitare – il sacrificio è alla base di questo mestiere stupendo, l’unico desiderio per un attore deve essere quello di fare bene il proprio lavoro”.
Ci congediamo ringraziandola per la gentilezza e per il tempo che ci ha concesso, augurandoci che possa essere ospite dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico per la prima della stagione 2019. Lydia Alfonsi si dice ben felice di esserci, sorride e prima di riagganciare ci dice: “la mia Elena ha fatto anche il record di spettatori, superando perfino l’Agamennone di Gassman… una piccola grande soddisfazione”.
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