La nostra realtà di uomini del XXI secolo è colma di compromessi e debolezze, incertezze e paure. Siamo continuamente confusi e frastornati da mezzi di comunicazione invadenti e debordanti, “persuasori occulti” che ci promettono una vita migliore, luccicante, piena di soluzioni e nuovi Dei a cui votarsi. Il nostro tempo ha irrimediabilmente perduto il legame con l’elemento misterico e religioso dello spirito umano.
Viviamo in una realtà codificata e priva del sentimento del tragico e del divino, priva di dolcezza e tenerezza, priva di attenzione e profondità. Siamo indifferenti, anestetizzati, anaffettivi, privi di obiettività. Ci troviamo di fronte ad un momento di gravissima emergenza spirituale, ideologica ed etica. Non sappiamo più a chi credere. Siamo disorientati e confusi.
Cosa significa oggi affrontare una tragedia come l’ Edipo a Colono di Sofocle?
Cosa ci dice il vecchio Edipo sul mistero della vita umana?
In questo viaggio un uomo cieco, al fondo della sofferenza, ci parla dal confine dell’universo, da un altro tempo, da un mondo che è retto da altre regole, antichissime e definitive. Un piccolo uomo, cieco e barcollante, accompagnato dalla giovane figlia, affronta la tragedia della vecchiaia, affronta i torti subiti, rivive le proprie sofferenze.