Venezia – L’intervento lo ha chiuso leggendo un passo di Fedra (Ippolito portatore di corone) la tragedia, in programma al teatro greco di Siracusa dal 9 maggio al 20 giugno, da lui tradotta per conto dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico. Strappando l’ovazione e l’ammirazione del pubblico e, soprattutto, dei numerosi studenti (oltre trecento) che oggi hanno partecipato alla prima sessione del convegno di studi su “Le ragioni della follia. La vergogna e la colpa” in corso di svolgimento al Molino Stucky Hilton Venice. Insieme a Paduano e Canfora, Edoardo Sanguineti è stato il grande protagonista della giornata inaugurale del seminario.
“La traduzione è un travestimento e il mio ultimo travestimento l’ho regalato a Siracusa con Fedra” ha detto il grande poeta, parlando del suo lavoro per gli spettacoli classici.
E poi ha aggiunto: “Cerco sempre qualcosa di nuovo quando mi occupo di una traduzione, perché nuovi sono i testi, ma nuovi sono anche gli spunti che mi spingo a trarre dalle opere. Nel caso di Fedra – ha continuato Sanguineti – mi ha stimolato una fase nuova che ho chiamato traduzione a calco, perché ho lasciato alle parole nella stessa posizione che hanno nel testo originale”.
Un lavoro che porterà un elemento di novità nella rappresentazione e che impegnerà ancora di più la protagonista, Elisabetta Pozzi. “Tradurre non vuol dire importare una lingua straniera nella propria – ha spiegato Sanguineti – perché non bisogna adattarla. Occorre grecizzare l’italiano e non fare il contrario”.
Quindi, nello stupore generale, ha letto un passo di Fedra (Ippolito portatore di corone) ed è stato un trionfo. Prima di lui aveva tenuto la sua relazione Guido Paduano (Università di Pisa), traduttore di Aiace, l’altra tragedia che arricchisce il cartellone delle rappresentazioni classiche dell’Inda.
“In questo studio la cosiddetta Trugrede – il discorso con cui Aiace fa credere ai suoi cari di aver rinunciato a suicidarsi – viene interpretata quale definizione indiretta di una natura eroica concepita come assoluta, vale a dire come indipendente (e immodificabile) dalle relazioni che costituiscono il tessuto della società in analogia a quello del macrocosmo – ha spiegato Paduano – relazioni con soggetti umani o anche divini. Questa concezione viene messa in rapporto con la crisi delle relazioni che innerva altri punti nodali della tragedia (quali il primo grande discorso di Aiace all’uscita della follia, o la rievocazione che Calcante fa del suo comportamento passato), e col modello omerico di Achille, del quale costituisce una variante che conduce a diversi esiti storicosociali il medesimo processo di elaborazione del sé”.
A chiudere i lavori della prima sessione Luciano Canfora (Università di Bari) che ha dato il suo prezioso contributo nel confronto sul tema centrale che lega le due tragedie Fedra e Aiace. Canfora ha sottolineato come Sofocle sia stato il primo ad inserire l’elemento della demenza in Aiace, sconfinano in quello che ha definito “lo scivolamento del furore verso l’obnubilamento”. Un dramma singolare quello dell’Aiace – secondo lo studioso – che deve molto alla biografia dellostesso Sofocle che ha rivestito cariche pubbliche importanti ed è stato stratega”.
Soddisfatto per l’altissimo livello del convegno, Fernando Balestra ha tracciato in apertura i tre punti salienti della nuova stagione della Fondazione Inda. “La prima scommessa che speriamo di vincere è proprio quella delle due tragedie in programma quest’anno – ha detto il sovrintendente dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico – per la complessità e grandiosità dei temi trattati e per il fatto che sono state poco rappresentate negli ultimi anni. Il secondo punto di forza sta nel fatto che, a detta di tutti i più importanti studiosi del mondo classico, si è registrata la nascita della scuola siracusana di teatro, un teatro di verità in cui l’uomo, come ha ribadito questa mattina Massimo Cacciari, ha un ruolo centrale. Il terzo fattore determinante nel nuovo percorso tracciato dall’Istituto è l’attenzione dedicata ai giovani. Quest’anno – ha concluso Balestra – ho incontrato 50 mila studenti e stiamo portando avanti laboratori dedicati alla divulgazione del classicismo nelle scuole delle maggiori città italiane”.