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Il sovrintendente Antonio Calbi agli allievi dell’Accademia: “Reinventatevi continuamente”

da | Set 21, 2020

Pubblichiamo la lettera di saluto inviata da Antonio Calbi, sovrintendente della Fondazione Inda, agli allievi del terzo anno dell’Accademia d’Arte del dramma Antico.

Care Allieve, cari Allievi,
l’Accademia dell’Inda è nata per formare interpreti a tutto tondo, capaci di restituire ancora oggi la bellezza e la potenza del teatro antico; esperienza che avete tutti Voi già fatto prendendo parte alle rappresentazioni nel Teatro Greco, fra i luoghi più emblematici e potenti della storia millenaria del Teatro. Non solo: confidiamo che la formazione di base che l’Accademia vi ha offerto in questi anni possa fare di tutti Voi, interpreti per tutti i generi e forme di spettacolo.
Lo prova il lavoro che avete svolto con il regista e maestro Emiliano Bronzino, che qui ringrazio, su un testo non scritto per la scena, Dialoghi con Leucò di Casere Pavese.
Sono stati anni intensi, nel quale avete appreso tanto, ma tanto resta ancora da imparare. Essere attori è una condizione e una professione complessa il cui apprendistato non finisce mai, vuoi per i registi con i quali Vi troverete a lavorare, vuoi per le trasformazioni che un teatro presente al proprio tempo deve sempre avere il coraggio di seguire e magari stimolare, nelle arti e nella società.
Il teatro è arte sociale per eccellenza, arte democratica e plurale, arte della partecipazione. E’ fra le arti più antiche di cui l’uomo s’è dotato per conoscere meglio la vita stessa, per vederla specchiata su di un palcoscenico e poterla meglio comprenderla e meglio viverla.
Ora affronterete il mondo della professione. E’ un modo complesso, in particolare in questi mesi nei quali i teatri sono rimasti chiusi sottraendo alla vita comunitaria una delle occasioni più importanti di socialità e condivisione.
Vi invito a considerarli, i teatri, dei veri e propri “parlamenti sociali”, delle “agorà civili e culturali”, di cui il nostro tempo così tecnologico e “freddo” ha ancor più bisogno, dove si avvera il dialogo e la comunione fra attori e spettatori, quella speciale corrente continua fra palcoscenico e platea.
Non arrendetevi davanti mai alle difficoltà, come questa innescata dalla attuale pandemia, e a quelle che forse Vi si presenteranno.
Abbiate la passione di perseguire, sempre, i Vostri desideri; seguiti il Vostro più intimo sentire, pensate con il cuore ed emozionatevi con la mente (fu questo lo slogan di una delle stagioni del Teatro Eliseo, al tempo della mia direzione, molti anni fa).
Passione, determinazione, creatività, coraggio, lealtà verso Voi stessi e gli altri, rispetto delle istituzioni, condivisione con i Vostri compagni di viaggio, rispetto dei maestri e di chi ha maggiore esperienza di Voi: auspico siano questi i valori e i princìpi che possano guidarVi sin da domani.
Non attendete soltanto provini e chiamate: laddove sentite la capacità di creare Voi stessi, provateci, anche insieme ai Vostri compagni di strada di questi anni a Siracusa; create spettacoli, formate gruppi e compagnie, realizzate progetti, contribuite a innovare un sistema che oggi presenta smagliature, ritardi, incertezze.
Nella mia vita professionale ho sempre dato grande attenzione alle nuove generazioni, in 35 anni di lavoro nel teatro ho cercato sempre di mantenere viva la curiosità verso i “nuovi”, perché le epifanie sono il senso del nostro mestiere e della vita in generale.
Non fermatevi davanti agli ostacoli che potreste incontrare sul Vostro cammino d’arte. Superateli con forza e reiventateVi continuamente.
Il teatro aborre la sua museificazione: è arte della vita, della verità, anche se svolta attraverso quell’invenzione magica e altissima che è la finzione.
A ciascuna di Voi e a ciascuno di Voi, mando un abbraccio affettuoso e l’augurio più pieno e sincero di una carriera di bellezza, poesia e gratificazioni.

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