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DA MEDEA A MEDEA

DA MEDEA
A MEDEA

Medea è uno dei personaggi più celebri e controversi della mitologia greca. Il suo nome in greco significa “astuzie, scaltrezze”, infatti la tradizione la descrive come una maga dotata di poteri addirittura divini. Ma quello che l’ha resa celebre sono i delitti efferati che la vedono protagonista. E’ il testo probabilmente più riscritto e più riattualizzato da Anouhil a Racine da Grillparzer a Corneille dalla Wolfe a Neil Labute proprio per il fascino e la crudeltà di questa vicenda che avviene per mano di una donna. D’altronde il Mito e la contemporaneità, è rapporto che il teatro indaga da sempre e che diventa urgente ogni qual volta ci sia il desiderio di interrogare il passato. Ecco allora due Medee a confronto, quella classica statuaria di Euripide vittima e carnefice, artefice dei più terribili delitti in nome dell’amore inconsapevole pedina di giochi politici, e l’altra quella di Tarantino dove il personaggio del mito viene precipitato in un inferno di irreali realtà post belliche, in un mondo che s’insegue vanamente alla ricerca di un senso di sé che forse non ha mai avuto prima ancora di averlo smarrito. “Altro che pompini!” esclama la protagonista -un’infanticida- pensando a ben altri delitti riassunti tutti in un nome terribile: Sobibor. Un nome tra i tanti confuso in un’assurda geografia, in un folle percorso al termine del quale un inebetito Giasone attende il ritorno della sua cara Medea. Così Lunetta Savino regala strazio, passione all’una quanto ironia e disperazione all’altra. Accompagnata al pianoforte da Rita Marcotulli incredibile performer che restituisce al pianoforte la sua natura percussiva e crea il tessuto barbarico che scandisce questo viaggio nel tempo e nella storia.

Fabrizio Arcuri

DATE

LUGLIO
17

Antonio
Tarantino

Antonio Tarantino è stato un drammaturgo e pittore italiano. Dopo aver svolto diverse attività si dedicò alla pittura, ambito in cui lavorò per vent’anni, partecipando a mostre collettive e personali a Torino e a Roma. Nei primi anni Novanta interruppe la carriera di artista figurativo e cominciò a scrivere per il teatro. Decisivo, in questo periodo, fu l’incontro con il critico ed editore Franco Quadri. Nel 1994, dopo essersi aggiudicato il Premio Riccione, il suo controverso monologo Stabat Mater fu interpretato da Piera Degli Esposti e fu subito seguito sulle scene italiane dagli altri testi della Tetralogia delle Cure (Passione secondo Giovanni del 1993, Vespro della Beata Vergine del 1994 e Lustrini, datato 1996), tutti con regie curate dal tunisino Cherif. Nel 1997 Stabat Mater e Passione secondo Giovanni vennero allestiti da Jorge Mello di Artistas Unidos a Lisbona. Nel 2000 il mastodontico Materiali per una tragedia tedesca, vincitore del Premio Riccione nel 1997, fu diretto ancora da Cherif in un’ambiziosa produzione del Piccolo Teatro di Milano. Nel 2007 Marco Martinelli ed Ermanna Montanari del Teatro delle Albe di Ravenna rappresentarono Stranieri. Nel 2008 Passione secondo Giovanni fu tradotto in francese e prodotto dal Théâtre Vidy di Losanna per la regia di Jean-Yves Ruf con Olivier Cruveiller e Paul Minthe. Lo stesso testo fu allestito poi anche dal Théâtre de la Colline di Parigi. Nello stesso anno La pace andò in scena per la produzione del Teatro Stabile di Torino con la regia di Marco Isidori. Nel 2009 il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia presentò La casa di Ramallah, diretto da Antonio Calenda e interpretato da Giorgio Albertazzi, mentre lo Stabile di Torino approntò un nuovo allestimento della Tetralogia delle cure sotto la direzione di Valter Malosti. Gramsci a Turi debuttò al Napoli Teatro Festival nel 2009 per la regia di Daniele Salvo. Nel 2011 Trittico fu presentato al Teatro Out Off di Milano per la regia di Cristina Pezzoli, seguito da Medea al Festival di Benevento nell›allestimento di Alessandra Cutolo. Nel 2012 Esequie solenni andò in scena al Teatro Franco Parenti di Milano con la regia di Andrée Ruth Shammah. Nel 2013 Tarantino ricevette dal Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto la commissione di un libretto per una breve opera lirica e scrive Doglie (Non è che un piccolo problema) con la regia di Sandra De Falco. Nel 2019 fu protagonista del documentario Noi, Antonio, scritto e diretto dal regista bresciano Paolo Perlotti e interpretato da Valter Malosti, Maria Paiato, Marco Martinelli e Giuseppe Marini.

Lunetta
Savino

Lunetta Savino è un’attrice italiana. Laureata al DAMS di Bologna, dopo aver conseguito il diploma presso la Scuola di Teatro diretta da Alessandra Galante Garrone, debutta a teatro nel 1981 nel Macbeth per la regia di Egisto Marcucci. Negli anni successivi è in scena con diversi spettacoli teatrali, dai classici del teatro napoletano ( Non è vero ma ci credo, Come finì Don Ferdinando Ruoppolo e Un brutto difetto) a testi della nuova scuola partenopea (Medea, 24 femmena d’onore). Nel 1995 è a teatro con il monologo di grande successo Prova orale per membri esterni di Claudio Grimaldi. Il debutto al cinema avviene nel 1982 con il film Grog di Francesco Laudadio. Nel 1998 è nel cast del film Matrimoni di Cristina Comencini che la richiama anche l’anno successivo per il film Liberate i pesci. Il grande successo televisivo è del 1998 con la serie tv Rai Un medico in famiglia dove Lunetta interpreta il ruolo di Cettina Gargiulo. Tanti e diversi i ruoli successivi in tv, dall’Elena Ferrucci della fiction Raccontami nel 2006, da Lucia – madre coraggio del noto fisico nucleare Fulvio Frisone – in Il figlio della luna a Vincenzina nel film Pietro Mennea – La Freccia del Sud, che le vale il Premio Flaiano 2015 come migliore interprete femminile. Anche al cinema vanta partecipazioni importanti. Tra queste due film di Ferzan Ozpetek: Saturno Contro nel 2006 e Mine Vaganti nel 2009 per cui vince il Nastro D’argento. A questi seguono Bar Sport di Massimo Martelli, Fiabeschi torna a casa di Max Mazzotta, Tutto tutto, niente niente di Giulio Manfredonia, Io Arlecchino di Giorgio Pasotti e il film di Riccardo Milani Scusate se esisto. Nel 2015 torna alla lunga serialità su Rai1 con E’ arrivata la felicità di cui è protagonista anche della seconda serie nel 2018. Nel 2016 è un’intensa Felicia Impastato nel film tv di Gianfranco Albano. Nel 2018 è tra i protagonisti del film per Rai1 di Pupi Avati Il fulgore di Dony e al cinema nella commedia Amici come prima di Christian De Sica. Nel 2019 è al cinema con Croce e Delizia di Simone Godano e protagonista assoluta dell’opera prima di Katja Colja Rosa. In teatro è in tournée con Il Penitente di Luca Barbareschi e con Non farmi perdere tempo scritto e diretto da Massimo Andrei. Nello stesso anno debutta in televisione nell’inedita veste di conduttrice del programma di Rai3 in seconda serata, Todo cambia.

Rita
Marcotulli

Pianista e Compositrice ha studiato al Conservatorio di Santa Cecilia musica classica con il maestro Arnaldo Graziosi e con Susanna Spitanlick. Comincia a suonare professionalmente all’interno di piccoli gruppi negli anni settanta e successivamente inizia a collaborare con svariati artisti internazionali, per citarne alcuni: Jon Christensen, Palle Danielsson, Peter Erskine, Joe Henderson, Helène La Barrière, Joe Lovano, Charlie Mariano, Marilyn Mazur, Pat Metheny, Sal Nistico, Michel Portal, Enrico Rava, Dewey Redman, Aldo Romano, Kenny Wheeler, Norma Winstone. Nel 1987 viene votata Miglior nuovo talento attraverso un sondaggio della rivista Musica Jazz. Nel 1989 entra a far parte nel gruppo di Billy Cobham con il quale si esibisce in tutto il mondo. Nel 1992 entra a far parte del gruppo di Dewey Redman con il quale collabora per 15 anni suonando in tutta Europa e SudAmerica. Poi si trasferisce in Svezia, collaborando con musicisti nord europei come: Palle Danielsson, Marilyn Mazur, Jon Christensen, Niels Petter Molevar, Anders Jormin, Tore Brumborg. Queste collaborazioni, influenzano e consolidano il suo modo di comporre. Tornata in Italia collabora fra gli altri con Ambrogio Sparagna e Pino Daniele. Nel 1996 accompagna Pat Metheny in un’esibizione al Festival di Sanremo. Più recentemente ha partecipato alla realizzazione del film Basilicata Coast to Coast, per il quale si è occupata della colonna sonora. Grazie a questo lavoro la Marcotulli ha ricevuto il Ciak d’oro nel 2010, il Nastro d’argento alla migliore colonna sonora nello stesso anno, il David di Donatello per il miglior musicista nel 2011 (prima donna in assoluto a ricevere questo riconoscimento) e il Premio Top Jazz 2011 come miglior artista del jazz italiano secondo la rivista Musica Jazz. Nel febbraio 2013 è membro della giuria di qualità alla 63a edizione del Festival di Sanremo, condotta da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. Nel 2017 è stata nominata Ambasciatore dell’ Umbria nel mondo. Nel 2019 il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella consegna a Rita il premio onorario come Ufficiale della Repubblica e ancora nel 2019 la nominations come membro della Royal Accademy di Svezia istituita nel 1774 dal re Gustavo. Oggi Marcotulli è una pianista e compositrice famosa. Rispettata per il suo stile di suono unico e la capacità di improvvisare. La sua fonte di ispirazione è vasta e include anche influenze dalla musica brasiliana, africana e indiana.

Fabrizio
Arcuri

Fabrizio Arcuri ha fondato nel 1991 l’Accademia degli Artefatti, ricoprendo il ruolo di direttore artistico e regista di tutte le produzioni. Alla progettualità e alla cura per la compagnia, ha sempre affiancato un’intensa attività di promozione culturale e ha firmato importanti curatele direzioni artistiche, per festival, teatri, manifestazioni ed eventi. Co-direttore artistico del Teatro della Tosse di Genova per il triennio 2011 – 2013, è stato ideatore e curatore del Festival internazionale Prospettiva per lo Stabile di Torino dal 2009 al 2015. Da undici anni, si occupa a Roma della regia e della cura del Festival Internazionale delle Letterature di Massenzio e dal 2006 dirige il festival Shorttheatre da lui inventato, Fra le esperienze, ricordiamo quella come Regista assistente di Luca Ronconi dal 2005 al 2008, e come Artista residente del Teatro Nazionale Teatro di Roma dal 2014 al 2018. Da tre anni è il curatore del progetto La Festa di Roma, un’idea di Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale. Attualmente è co-direttore del Teatro stabile d’innovazione CSS del Friuli Venezia Giulia. Alcune sue regie hanno vinto i più prestigiosi premi italiani come il Premio Ubu nel 2005 per la migliore proposta drammaturgica con Tre pezzi facili di Martin Crimp. Il Premio della critica con Spara/Trova il tesoro/Ripeti, e Il Premio Ubu speciale per il festival PROSPETTIVA nel 2010. E il Premio Hystrio alla regia nel 2011.