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L’Attività teatrale INDA nei Teatri Romani di Ostia Antica 1927-1969

da | Set 8, 2016

AFI- Archivio Fondazione INDA

L’Attività teatrale INDA nei Teatri Romani di Ostia Antica.1927-1969

L’attività teatrale dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico- INDA, nata nel 1914 con il debutto al Teatro greco di Siracusa dell’Agamennone di Eschilo, trova un clima di affermazione nazionale con le rappresentazioni degli spettacoli classici nei teatri romani e della magna greca italiani ed europei già dal 1927.

Con Le Nuvole di Aristofane, traduzione e direzione artistica di Ettore Romagnoli, l’INDA debutta nel 1927 al Teatro romano di Ostia Antica.

La commedia aveva debuttato al Teatro greco di Siracusa senza riscontrare il successo che avrebbe trovato invece al teatro ostiense. Quali le ragioni di questa differente reazione del pubblico? Si pensa che nella grandiosità del Teatro siracusano, consacrato alla rievocazione della tragedia greca, Aristofane sembrò fuori dal suo naturale ambiente; mentre ad Ostia, in una più raccolta cornice, lo spettacolo trovò toni più corrispondenti.

Nel 1938 l’INDA ritorna ad Ostia Antica con i Menecmi e Aulularia di Plauto, traduzione e direzione artistica di Luigi Chiarelli, allo scopo di affermare la perenne vitalità del teatro plautino e la ricchezza delle due commedie che il pubblico accolse con successo, acclamandone con entusiasmo la rievocazione.

A questo successo contribuirono anche due elementi importantissimi che facilitarono l’accostamento del  teatro comico al pubblico del tempo: l’adattamento scenico che l’INDA realizzò in maniera teatrale, considerando Plauto come uomo di teatro e non come filologo. Luigi Chiarelli infatti diede al dialogo quella vivacità brillante che servì a rendere l’azione in forma più gradevole e leggera da non far rimpiangere anche le migliori traduzioni plautine del tempo.

Completavano l’adattamento teatrale l’introduzione delle danze che arricchirono lo spettacolo, accentuando in molti punti quell’atmosfera di gaiezza che fu poi la caratteristica vera di questi spettacoli.

Altro elemento fondamentale di questo successo deve ricercarsi nell’ interpretazione degli attori, un’interpretazione piena, sapida e in molti punti anche caricaturale atta a portare alla sua massima espressione la spontaneità della ricca vena comica della quale i due lavori plautini sono pervasi. L’interpretazione di Luigi Almirante, al quale fu affidata la preparazione degli attori oltre alla interpretazione di Euclione nell’Aulularia e dei due Menecmi della commedia omonima, il merito di aver contribuito efficacemente all’opera di divulgazione di questo teatro.

Nel Giornale d’Italia del 7-6-1938, Vice così commenta il successo dei Menecmi

“  … il pubblico ha dimostrato con l’affluenza e con gli applausi d’avere accolto questi spettacoli di Plauto nel più festoso dei modi. Ancora oggi la commedia ha il sapore di un’arte nata da poco, tanto la sua comicità è umana e spontanea. La commedia, nella incantevole cornice del Teatro romano di Ostia, è stata ottimamente recitata e messa in scena. Luigi Almirante ha sostenuto con indiavolata bravura la parte dei due gemelli, dando risalto alla diversità dei due caratteri con uno stile e con una eleganza d’arte mirabili. Perfetta la riduzione di Luigi Chiarelli e indovinati le scene e i costumi di Duilio Cambellotti”.

Nella Gazzetta del Popolo del 4-6-1938 Mario Corsi commenta Aulularia

“  La rappresentazione è apparsa curiosa, interessante, ed ha divertito il magnifico pubblico che riempiva l’ampia e bellissima cavea del teatro ostiense. Ottimi sono apparsi gli elementi spettacolari introdotti nella commedia: cioè le musiche ( Ezio Carabella n.d.r.) e le danze ( Tusmelda Risso n.d.r.), le quali hanno avuto un compito diciamo così integrativo e sono valse a dar risalto ad alcune azioni d’insieme in determinati punti della rappresentazione”.

Nel 1947 il primo segno di ripresa delle attività teatrali INDA, dopo gli eventi bellici, sarà dato proprio nel teatro romano di Ostia nei giorni 14,15,16 e 17 giugno con la messa in scena degli Uccelli di Aristofane. Goffredo Petrassi ne compone le musiche dei cori e delle danze, mentre Duilio Cambellotti cura l’adattamento scenico e i disegni dei costumi e delle maschere. La traduzione è ancora di Ettore Romagnoli alla cui memoria l’Istituto rese omaggio.

L’INDA, dovendo iniziare lo studio del piano artistico, si trovò di fronte al dilemma di una libera e spregiudicata interpretazione da una parte e dall’altra di un rispetto al testo originale con qualche lieve modifica nei punti non facilmente comprensibili da parte del pubblico. Seguire la prima via sarebbe stato certamente più facile ed allettante,più ardua fu invece la seconda via che l’INDA scelse,  dato il suo carattere di ente culturale. A questa si aggiunsero le ristrettezze economiche. Malgrado queste difficoltà alla quale si aggiunse anche l’impossibilità, di effettuare la prova generale a causa del maltempo, il 14 giugno 1947 si andò in scena. La grande affluenza di pubblico aveva indotto per un momento l’Istituto a pensare addirittura ad un prolungamento degli spettacoli, dal quale proposito dovette desistere per ragioni di ordine pratico. Tra gli interpreti, primo fra tutti, Luigi Almirante fu un vivacissimo Gabbacompagno e Daniela Palmer riscosse moltissimi applausi nell’interpretazione del Corifeo, Mario Gallina, comico di spontanea immediatezza e di classico stile, rese con esilarante comicità la figura di Sperabene. Ed ancora nel cast vanno ricordati: Micaela Giustiniani (Trottolino-Iride), Augusto Di Giovanni (Prometeo), Vinicio Sofia (Bubbola), Rolf Tasman (Poeta), Carlo Giangrande (Figlio snaturato-Poseidone) Gino Baghetti (Messaggero), Giovanni Giacchetti ( secondo Messaggero-araldo). Le danze di Ada Franellich, furono intonate alla vivacità della commedia e diedero allo spettacolo quella varietà di movimento che esso richiedeva. Tra il pubblico, insieme al Ministro degli Esteri Conte Sforza, anche l’Ambasciatore Americano Mr. Dunn e tutti i rappresentanti del corpo diplomatico e gli addetti culturali stranieri delle varie ambasciate, insieme a personalità del mondo politico e culturale italiano e straniero e ad una folta rappresentanza della stampa estera ed italiana. Il successo finanziario dell’impresa in momenti così difficili, fu una nuova affermazione dell’attività culturale dell’Ente.

Dal 25 giugno al 10 luglio 1949, nel teatro romano di Ostia, sei recite della Medea di Euripide e quattro del Ciclope, dello stesso poeta, costituirono il programma di attività teatrale dell’INDA.

Per Medea fu adottata la traduzione di Ettore Romagnoli, mentre per il Ciclope quella di Eugenio Della Valle. Fu seguito il criterio di lasciare nell’inquadramento scenico, per quanto possibile, intatti i valori dell’ambiente naturale ed archeologico: l’esedra di colonne sulla fronte della scena, il sacello con la sua ampia scalea nello sfondo, la folta pineta tutto intorno, crearono, al tramonto una suggestione naturale e profonda. Mario Sironi, che oltre al manifesto, aveva disegnato anche i costumi, aggiunse solo un elemento di roccia, necessario a nascondere il carro di Medea per il finale. Sarah Ferrati sostenne con vera bravura la difficile e pesante parte della protagonista, meritando il dovuto successo. Roldano Lupi fu un commosso e tormentato Giasone, Sandro Ruffini interpretò con vivido e comunicativo impeto lo stupendo racconto del Messo, Ave Ninchi fu una tenera e trepida Nutrice, Arnoldo Foà (Egeo). Le musiche di Giorgio Federico Ghedini, crearono anche per merito dei valenti esecutori, sotto la guida del maestro Cuccia, una profonda risonanza con i cupi motivi tragici dell’opera, che le danze di Rosalia Chladek interpretarono con severa e composta e pur commossa armonia. Tutti gli elementi furono fusi nella sobria ed intelligente regia di Guido Salvini. Alla chiusura del ciclo ostiense prese parte anche il Presidente della Repubblica on. Einaudi.

Nel 1954 fu ancora l’Ente più qualificato in Italia a far rivivere i classici del teatro antico greco e latino ad essere impegnato a favore della cultura e dell’arte nei teatri antichi italiani. La scelta ricadde su Anfitrione di Plauto, una commedia ad intreccio mitologico con un “pizzico di tragedia” come ebbe a definire lo stesso Plauto nel prologo, per bocca di Mercurio. La regia, affidata a Giulio Pacuvio con un cast di gran rilievo: Lilla Brignone (Alcmena), Camillo Pilotto (Giove), Roldano Lupi (Anfitrione), Mario Feliciani(Mercurio), Arnoldo Foà (Sosia), le musiche composte da Pietro Ferro, direttore del Conservatorio musicale di Palermo furono sobrie e lineari come le danze (prima ballerina Antonietta Nicoli), con agilissime figurazioni mimiche da parte di otto giovanissimi satiri, allievi della scuola di ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Le scene e i costumi furono affidati a Lele Luzzati. La critica lodò oltre alla messa in scena, anche la traduzione del latinista Ettore Paratore, una traduzione che fu definita agile, moderna, perfetta, un testo in lingua italiana sciolta e divertente.

Per la rappresentazione ostiense si dovette ricorrere a dei posti aggiuntivi per aderire alla crescente richiesta, soprattutto da parte del pubblico internazionale presente nella Capitale, tanto che l’INDA dovette replicare lo spettacolo per altre sere oltre a quelle in programma.

Gli spettacoli classici estivi nel teatro antico di Ostia, del 1955 videro la messa in scena di Le Nuvole di Aristofane ( traduzione di Raffaele Cantarella) e lo Pseudolo di Plauto (traduzione Ettore Paratore).

Lo Pseudolo fu una grande novità in quanto non era stato mai rappresentato in età moderna. Il cast, sempre di altissimo livello artistico vedeva per Le Nuvole: Camillo Pilotto( Socrate),Arnoldo Foà (Strepsiade), Aldo Barberito (Fidippide), Alberto Lupo (Corifeo), Annibale Ninchi ( Discorso Giusto), Mario Feliciani ( Discorso Ingiusto), Luigi Almirante ( Secondo Discepolo). Per lo Pseudolo: Luigi Almirante (Calidoro), Arnoldo Foà ( Pseudolo), Camillo Pilotto( Ballione), Annibale Ninchi (il Cuoco), Alberto Carloni ( Califone), Alberto Lupo ( Arpago), Aldo Barberito ( Carino). Le musiche originali di scena furono composte da Angelo Musco jr per le Nuvole e da Fiorenzo Carpi per lo Pseudolo. Le coreografie furono curate da Jacques Lecoq, regista delle due commedie Giulio Pacuvio. Tra il pubblico anche il Presidente della Repubblica on. Giovanni Gronchi. Il 26 giugno (domenica) in presa diretta fu teletrasmesso dalla RAI di Roma il secondo tempo della commedia Le Nuvole, messo in onda da Piero Turchetti e il 2 luglio (sabato) fu teletrasmesso il primo tempo dello Pseudolo messo in onda da Antonello Falqui.

Nei mesi di Luglio ed Agosto del 1956 , l’INDA realizza sulla scena suggestiva del Teatro Romano di Ostia, Casina di Plauto e l’Alcesti di Euripide. La regia della commedia venne affidata a Giulio Pacuvio che si avvalse di un testo tradotto da Ettore Paratore  impostandola su un gioco sottile di allusioni, non senza tener conto che il clima, il ritmo, gli equivoci della commedia stessa avevano ispirato opere come la Olivia di Macchiavelli o Le allegre comari di Windsor di Shakespeare, trasponendone infatti in un clima sofisticamente rinascimentale, non senza movimenti di balletto e di commedia dell’arte, sostenendola con gran gusto e con altrettanta misura in un elegante gioco, che tuttavia alla fine lasciò un certo sospetto di gioco di società, di raffinato snobismo; sospetto confermato dalle scenografie alquanto letterarie del Coltellacci e dai suoi stupendi costumi. Gli interpreti: Alberto Lupo, Tino Buazzelli, Gianrico Tedeschi, Camillo Pilotto. Una menzione speciale a Giovanna Scotto nel ruolo della moglie Clèustrata nel quale ha prodigato con fervida intelligenza, le sue grandi doti di attrice, con un gioco ricco di sfumature, di malizie, di scoperte che hanno dato anima e rilievo a un tipo e a un carattere. (La Voce Repubblicana- Roma, 12 Luglio 1956).

Per quanto riguarda l’Alcesti, l’INDA pensò ad uno spettacolo con decorosa e intelligente semplicità di mezzi privilegiando l’intimo spirito e le bellezze poetiche del testo euripideo. La regia fu affidata a Guido Salvini che rese i cori stupendi dividendone la recitazione con ben equilibrate voci tra i singoli coristi, curando la scelta degli attori,  intonando a una calda naturalezza la loro interpretazione dei personaggi e a una scandita chiarezza la loro dizione, animando con un persuasivo gioco di luci la severa nudità della scena ideata da Giulio Coltellacci, raffigurante la sagoma di tre porte composte con elementi di scavo. Gli interpreti: Olga Villi (Alcesti), Sergio Fantoni (Admeto), Camillo Pilotto (Ferete), Tino Buazzelli (Ercole).

L’INDA con l’intento di promuovere la conoscenza del testo classico, organizza dalla fine di giugno ai primi giorni di settembre del 1957 ben due cicli di spettacoli estivi, mettendo in scena per il primo ciclo Le Donne al Parlamento di Aristofane, traduzione di Raffaele Cantarella e i Menecmi di Plauto nella versione di Ettore Paratore.

Gli spettacoli andranno in scena nei teatri di Benevento, Ostia Antica, Urbino, mentre per il secondo ciclo l’INDA programma la tragedia di Euripide Ifigenia in Tauride, per la versione di Edda Bossi e Danze Classiche, presso i teatri antichi di Taormina, Palazzolo Acreide, Tindari, nelle zone archeologiche di Gela, Agrigento, Selinunte, Segesta e nel Teatro di Verdura di Palermo, per poi proseguire nei teatri di Pompei, Ostia Antica, Benevento e Vicenza. Entrambi i cicli riscossero un grande successo. La messa in scena di Luigi Squarzina delle Donne al Parlamento, confermò il carattere essenziale del regista che cercò di essere limpidamente fedele al testo pur mantenendosi estraneo ad ogni convenzione realizzando uno spettacolo leggero ma non superficiale ed  intelligente , dove la fusione dei versi del Cantarella, della musica del Musco e dell’azione scenica, crearono un notevole livello stilistico senza rifiutare nessuna delle attrazioni della farsa e persino della rivista.

Tra gli interpreti: Olga Villi ( Prassagora), i luogotenenti: Pina Cei, Irene Aloisi e Anna Maestri.

I Menecmi di Plauto, regia di Giulio Pacuvio, esordì  sostenuta dalle spiritose musiche del Labroca; nella colorita e movimentata scena di Franco Laurenti. Eccellente ed equilibrata risultò la distribuzione artistica con il bravissimo Gianrico Tedeschi nella doppia parte del primo e del secondo Menecmo.

Dal 26 al 30 luglio 1961, nel Teatro romano di Ostia Antica venne rappresentata l’Antigone di Sofocle, nella apprezzata versione poetica di Eugenio Della Valle con la regia di Guido Salvini. Anche questa volta, gli spettacoli estivi organizzati dall’INDA suscitarono il più vasto richiamo di studiosi ed appassionati del teatro antico, per l’intensa umanità della vicenda e dei suoi personaggi, i quali riuscirono ad essere aderenti alla sensibilità del pubblico moderno. Tra gli interpreti: Valentina Fortunato(Antigone), Salvo Randone (Creonte), Sergio Fantoni (Il messo), Annibale Ninchi (Tiresia), Neda Naldi (Ismene), Giovanna Scotto (Euridice). Le musiche suggestive furono composte da Fiorenzo Carpi, le ariose scene ed i costumi da Franco Laurenti e le coreografie curate da Sofia Moretti.

Nel 1967 venne realizzata La Pace di Aristofane con la versione drammaturgica di Raffaele Cantarella. La regia fu affidata a Arnoldo Foà, le scene ed i costumi a Franco Laurenti, musiche di Fiorenzo Carpi che accompagnarono le danze realizzate da Giuliana Barabaschi.

Nel 1968 nei teatri romani e nelle zone di particolare suggestione archeologica è la volta della messa in scena di Le Nuvole di Aristofane, nella traduzione di Raffaele Cantarella. Anche in questa occasione l’INDA riscuote un grande consenso di pubblico e critica, grazie al cast di attori quali: Gianrico Tedeschi (Strepsiade), Mario Scaccia (Socrate), Claudio De Davide (Cherefonte), e molti altri. La regia di Roberto Guicciardini, le scene ed i costumi di Lorenzo Ghiglia e le musiche di Fiorenzo Carpi, oltre a sottolineare in maniera sobria ma colta il testo comico, resero il coro delle Nuvole soavi creature nei movimenti coreografici curati da Margherita Pecol.

Nel 1969, con la messa in scena dell’Anfitrione di Plauto nella versione poetica di Ettore Paratore, regia Mario Ferrero, musiche di Enrico Cortese, scene di Lucio Lucentini, costumi di Maurizio Monteverde, si conclude per l’INDA l’appuntamento degli spettacoli estivi ad Ostia Antica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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